- Pubblicata il 04/11/2012
- Autore: Auro
Due pomeriggi - Perugia Trasgressiva
Ero uscito di casa subito dopo il pranzo domenicale; come sempre succedeva dopo aver mangiato e bevuto in abbondanza mi sentivo un po' galleggiare. Ero sufficientemente ubriaco di alcool e di zuccheri da sentirmi senza vergogna. Salito a bordo dell'autobus, mi misi a sedere accanto ad una giovane donna carina e provai ad approcciare un saluto. Lei stigmatizzò la goffaggine delle mie mosse ritraendosi alcuni posti più in là.
All'epoca la timidezza mi impediva di relazionarmi in maniera spigliata, il fatto era che avevo 19 anni ed ero ancora vergine.
Mi sentivo come Willy il coyote con beep-beep, quello era l'ennesimo tentativo andato a vuoto e io già meditavo di dimenticarlo in fretta.
Ma quella volta non andò così.
Un uomo sulla trentina si sedette accanto a me e mi disse che avrei dovuto migliorare la mia tecnica se avessi voluto ottenere dei risultati un po' meno deludenti.
La naturalezza del suo approccio e il sorriso aperto mi permisero di iniziare una conversazione spontanea senza infingimenti. Dopo poco ero lì a confidargli i miei più intimi segreti.
"Davvero sei ancora vergine?", fece lui sorpreso dalla mia ignoranza in campo sessuale. Poi come avesse avuto avuto un'illuminazione disse:"Vieni con me." Scendemmo ad una fermata intermedia, facemmo un paio di isolati a piedi ed ecco che ci trovammo davanti all'ingresso di un cinema a luci rosse. "Ci sei mai entrato?"
Il forte rossore sulle mie guance fu una risposta più eloquente di cento parole.
Pagò lui i biglietti di ingresso e ci trovammo immersi in una atmosfera buia anche se il film doveva ancora cominciare. Ci sedemmo in una fila di fondo vicino al corridoio centrale,
Con gli occhi che iniziavano ad abituarsi al buio notai che i frequentatori erano soprattutto uomini maturi, non si vedevano donne e io avevo un forte batticuore.
La luce si abbassò ulteriormente e le immagini del film iniziarono a scorrere sullo schermo.
E' inutile che qui vi descriva quello che già potete immaginare, erezione consistentissima, difficoltà a gestirla dentro i pantaloni, l'avvicinarsi di uomini ansiosi di curiosare i comportamenti dei due spettatori più giovani. Dopo una quindicina di minuti di film e notando il mio imbarazzo all'avvicinarsi di alcuni uomini, con fare protettivo il mio amico mi disse di seguirlo.
Entrando nei bagni, vidi che c'erano un paio di persone mature in attesa di incontri. Il mio amico mi indicò un cesso libero e mi ci fece entrare dentro. Avevamo chiuso appena la porta che sentimmo qualcuno cercare di entrare.
"Stai tranquillo, qui nessuno ti da fastidio -mi disse calmo- piuttosto sarebbe il caso che tu ti apra i pantaloni sennò finisce che ti scoppia"
Mi misi quasi a ridere a quelle parole e lui in piena confidenza allungò le mani per aiutarmi nell'operazione,
Non avevo ancora finito di sfoderarlo del tutto che al suo tocco mi ritrovai a schizzare contro le mattonelle del bagno con una intensità e abbondanza sorprendenti.
"Complimenti - e stavolta fu lui a mettersi a ridere - ne avevi proprio bisogno"
Mi ricomposi e con un certo senso di colpa che subentrava alla vertigine dell'eccitazione uscimmo senza dire altre parole. Io per vergogna, lui per non crearmi fastidio. Ci salutammo.
Me ne andai da solo in quel pomeriggio domenicale senza rendermi conto che non conoscevo neppure il suo nome.
Il giorno seguente, dopo che il senso di colpa aveva nuovamente lasciato posto al desiderio, provai a ripetere il percorso in autobus sperando di incontrare il mio amico. Con l'abbonamento studenti potevo ripercorrere la tratta tutte le volte che desideravo, ma nulla, nei giorni che seguirono non lo incontrai mai. Aspettai con ansia l'arrivo della domenica, immaginando che il suo percorso dipendesse da un preciso impegno settimanale. Niente, neppure la domenica.
Passarono le settimane e già mi ero fatto una ragione della unicità di quell'incontro. In più c'era da dire che l'esperienza a luci rosse aveva sortito in me un effetto positivo. Infatti, grazie ad una maggiore confidenza in me stesso, avevo prima approcciato e poi iniziato a frequentare una ragazza del primo anno all'università. Ci eravamo baciati con grande passione ed esploravamo progressivamente la nostra sessualità.
Passarono i mesi, io e Sandra ci mettemmo insieme, perdemmo la nostra verginità un pomeriggio di durante le vacanze di Pasqua; iniziarono gli esami del primo anno e nonostante le distrazioni riuscimmo a ottenere buoni voti. Infine giunse l'estate, piena; il caldo, le magliette fini.
Con grande dispiacere di entrambi, Sandra partì insieme ai genitori per un viaggio in Nuova Zelanda che avevano progettato da tempo, ci saremmo rivisti quasi due mesi dopo.
Io bighellonavo in periferia alternando incontri di calcetto al Prato del quercione con nuotate nella piscina delle pavoniere quando, inaspettatamente, lo rividi. Era seduto su una panchina del parco delle cascine con una bibita nelle mani. Per me fu un colpo al cuore, mi avvicinai titubante ma orgoglioso di quello che ero diventato. Quando gli arrivai vicino lui si spostò semplicemente nella seduta credendo che stessi cercando la panchina. Non mi aveva riconosciuto. Dovetti presentarmi e spiegare chi fossi, mi sentivo in imbarazzo. Lui a quel punto aprì un grande sorriso: “Ah! Sei tu!! Sei più grande!!”, disse guardandomi. Lui non era cambiato per nulla e dopo poco ero lì che mi stavo raccontando nei più intimi particolari.
“Non conosco neppure come ti chiami, fui proprio un cafone ad andarmene in quel modo.... Ti devo un ingresso al cinema”
“ E che ci vorresti fare al cinema stavolta?”, aveva proferito la frase con un' intenzione leggermente maliziosa. Io mi sentii ribollire, sentendo scattare qualcosa dentro.
Ero eccitato, e forse lo era anche lui. Non ricordo come raggiungemmo il cinema, forse volando. Pagai gli ingressi e entrammo che lo spettacolo era già cominciato. Sullo schermo scorrevano immagini di una donna insieme a due uomini molto ben forniti che la penetravano in vari modi. Lei evidentemente godeva durante una penetrazione anale, si vedeva che non stava recitando e io mi sentivo l'uccello diventare durissimo e il batticuore che avevo provato la prima volta che ci ero venuto in quel cinema lo stavo nuovamente provando.
Seduti, senza vergogna, iniziammo a toccarci a vicenda. Tirandoglielo fuori notai le dimensioni notevoli del diametro e una marcata curvatura verso l'alto come quella delle statue dei priapi di lampasco che avevo avuto modo di studiare durante l'anno al corso di archeologia.
Non avevo mai toccato il sesso di un uomo, ma lo trovai del tutto naturale.
Se non ci fossero stati i soliti guardoni che iniziavano ad avvicinarsi saremmo venuti lì, nelle mani l'uno dell'altro.
Così ci alzammo, ricomponendoci alla meglio e come se lo avessimo progettato da tempo ci infilammo nei bagni senza dire una parola. Chiudemmo la porta dietro di noi e stavolta ci mettemmo nudi entrambi.
Lui iniziò a toccarmi, io lo fermai subito, temendo di finire troppo presto come era accaduto la prima volta, il mio uccello era teso e dritto, il suo turgido e rivolto in alto. Prese la mia testa con le mani e la tirò verso il suo cazzo.
“Non l'ho mai fatto” dissi mentre avvicinavo le labbra.
“Lo so. Succhialo.”
La sensazione era strana; quella cappella liscia dentro la mia bocca inesperta pulsava di vita propria.
Avevo consapevolezza di non essere capace di grande abilità nel pomparlo, ma volevo portarlo al piacere. Lui apprezzava ma non arrivava al punto massimo.
“Muovi di più la lingua”
Ma nonostante la buona volontà, la tecnica non si improvvisa.
Allora non so neppure io perché, ispirato alle immagini che avevo appena visto sulla schermo, mi girai offrendogli il mio culo.
Lui, iniziò a lavorarlo con la lingua e poi appoggiò il suo uccello e iniziò a spingere.
“Spingi come se volessi farla”, mi chiese. Io eseguii e sentii che qualcosa si faceva largo dentro di me.
“Ma tu l'hai già preso prima di ora!?” disse lui per la facilità con la quale stava entrando.
“ E' la priva volta- dissi io- pianooo!!!”
Il mio non era di certo il primo culo che scopava e sicuramente ci mise tutta la sua sapienza per non provocarmi dolore. Infatti dopo un po' iniziò ad aumentare il ritmo affondando sempre di più nella mia pancia senza che io provassi alcun fastidio, ma anzi, iniziavo a sperimentare una sensazione inattesa.
Avvenne tutto in modo sorprendentemente veloce: il mio uccello iniziò a gonfiarsi a dismisura, durissimo, e nel momento in cui lui prese a penetrarmi sempre più profondamente e ritmicamente fino a sbattere le sue grandi palle contro le mie, ecco che io iniziai godere in modo incontenibile, fino a raggiungerei un orgasmo così intenso che mai avevo provato prima. Lui sentendo la mia venuta si eccitò ancor di più e mi venne dentro con una quantità di sborra proporzionale alla dimensione dei suoi testicoli. Rimanemmo così con il suo cazzo dentro di me per un paio dii minuti, mi teneva le mani premute sul ventre e diceva: “Ci avevo visto bene con te quella prima volta che ti incontrai sull'autobus, ma ci ho visto ancora meglio a aspettare che tu fossi pronto per questo”
Ancora adesso, dopo dodici anni da quel pomeriggio, spero che mi possa ricapitare una esperienze altrettanto intensa.
Risvolto buffo della faccenda è che non ho mai conosciuto il suo nome.
nenè
Bello, bello, bello!
sergio
Notevole e geniale l'arte di raccontarti. Estremamente piacevole, molto eccitante e coinvolgente.
Taurino
Ciao Emanuele, se vuoi te le faccio provare io certe emozioni. Lasciami indicazioni su come rintracciarti.
Emanuele
Ciao Andrea... e se le facessi vivere anche a ne quelle esperienze ? Aspetto...
lorimer
Wow, mi ha eccitato moltissimo mentre la leggevo.
giroscopio
Arrapante, mi piacerebbe vivere una storia così!! Raccontato bene e poi si capisce da molti particolari che è una storia realmente vissuta. Bravo!!
Manuel
Taurino, accetto volentieri ma ..vorrei sapere come
esimo
bellissimo
Andrea
Ciao Auro, mi sono riconosciuto nel tuo racconto. Sono io l'amico di cui parli. Per rispettare le regole del sito non posso darti la mia mail, ma mi piacerebbe rincontrarti e ti chiedo un appuntamento per il prossimo 20 di dicembre in occasione del mio rientro a Firenze per le vacanze di Natale. Possiamo vederci alla fermata dell'autobus dove scendemmo la prima volta alle ore 17? Perché tu capisca che sono io ti dico alcune cose che non hai scritto nel tuo racconto: 1) la seconda volta che ci siamo incontrati tu avevi una maglietta nera, pantaloni di tela e sandali; 2) il cinema era quello vicino a Ponte Vecchio 3) tu hai un neo sulla spalla sinistra. Dopo quell'estate io mi sono trasferito in un'altra città per lavoro ma sei rimasto nella mia mente. Spero tu legga questo mio commento. A proposito, complimenti, scrivi proprio bene, mi hai fatto rivivere le emozioni provate. A presto spero. Andrea.
marco
bellissimo ....anche io vorrei provare una cosa simile,per ora sono praticamente al tuo primo pomeriggio...
Dallai
È il migliore racconto del sito. Emozionnte.
Vale
Un racconto che far venire la voglia.
Dario
A parte qualche piccola imperfezione, il racconto raggiunge lo scopo. Si legge benissimo, non si concede ad inutili narcisismi,eccita in modo complice e semplice. Bravo!!