IL TEST DEL DNA – puntata II – Base Aeronautica - Perugia Trasgressiva

Avreste dovuto vedere la reazione di Katia. Sembrava che l'avessi investita con un camion pieno di merda!
La osservai mentre cercava il suo bicchiere di vino con le mani tremanti. In qualche modo, cercò di ricomporsi, ma sorprendentemente ammise subito la sua colpa.
- E' vero... è... e la figlia del capitano Diego... Pensavo che prima o poi l'avresti capito, che ti saresti interrogato sui suoi capelli biondi... mentre io e te siamo mori...
Sentii accelerare il polso e le palpitazioni nel petto. Fanculo!
- Quindi sei stata a letto con lui! E adesso dirai che è stato l'errore di una notte, un incidente...
- Purtroppo no, c'era anche Sandra, la moglie del colonnello. Eravamo entrambe vittime predestinate e il colonnello, impotente da anni, non avrebbe mai negato nulla a Sandra, temeva di perderla per sempre.
Diego la trombava già da mesi, era un po' stanco della vecchiarda e sapeva di piacermi. Quindi ha chiesto al colonnello di mandarti in missione a Pratica di Mare per un mese, in modo che lui e sua moglie potessero aggiungere una terza pedina al loro menage sessuale.
- Un mese... troia! Mi hai fatto le corna per un intero mese!
Qualcuno ci guardò da un altro tavolo. Fu uno scoppio sconveniente da parte mia.
- Diego ha sempre governato la situazione, Sandra non poteva dirgli di no e nemmeno io.
- Ma vi rendevate conto di dividere lo stesso uomo?
- Diego per noi era il VERO uomo. Ci assisteva e ci soddisfaceva entrambe. L'ho amato allora e lo amo anche adesso, anche se odiavo me stessa per averti fatto del male...
Immaginavo il bastardo che si scopava mia moglie, magari anche nel nostro letto, mentre stavo a centinaia di km di distanza. Katia sembrava perfino sollevata di mettere alla luce del sole quella relazione di merda. Avevo gli occhi spalancati e mi mancava il respiro. Dissi che faceva troppo caldo, che dovevamo prendere un po' d'aria fresca prima di mangiare il dessert. Avevo bisogno di parlarle in privato, di dire e di sentire cose da quella cagna schifosa. Una parte di me voleva picchiarla, ma un'altra voleva baciarla. Era così fottutamente sexy...
- Suppongo che tu voglia divorziare ora... e sai come soffrirà Piera?
- Non voglio il divorzio... e adoro nostra... anzi tua figlia!
- Quindi la accetti... anche se ti ho tradito ripetutamente, anche nonostante tutta la gentilezza e l'impegno che ci hai messo come marito?
Rabbrividii ma dissi di sì a denti stretti. La fissai con rabbia. Mi sentii come se mi venisse da vomitare. Respiravo il più lentamente e profondamente possibile mentre camminavamo. All'improvviso, la cagna disse:
- Baciami...
La guardai con disgusto. Forse voleva rassicurazione, perdono... che cazzo ne so!
Ero frastornato, umiliato, incazzato... eppure la baciai in bocca. Capii che era una specie di abdicazione, di accettazione di ciò che doveva essere. Replicai:
- Ami ancora quello stronzo, vero?
- L'ho già confessato prima...
CONTINUA

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